Turchia, 11-23 settembre 2023
di Paolo Santi
Tornare riconciliati pare sia un grande pregio dei lunghi viaggi. Ti mettono alla prova, ti pongono questioni, ti
suscitano nostalgia. Conseguenza evidente: c’è il forte rischio di uscirne cambiati. Il viaggio in Turchia, alle
radici della fede cristiana, ha il grande (e pericoloso) potenziale di riportarti a casa dove tutto è incominciato.
Come era accaduto per Abramo.
Apro gli occhi e mi ritrovo in Mesopotamia, terra fertile e di promesse, terra incantevole e sempre nuova. La
mente viaggia e ritrova le grandi figure bibliche che l’hanno abitata. Abramo, in primis. Un gigante.
Mi pare di rivederlo qui, adesso, accanto a me, mentre ancora ascolta Dio e guarda quelle meravigliose stelle.
Che splendida terra!
Alzo lo sguardo e realizzo qualcosa di importante: sì, la storia che finora avevo solamente ascoltato o letto,
qui ottiene una collocazione spazio-temporale: è accaduta. La meraviglia di un Dio incarnato che ha posto la
sua tenda tra di noi!
La mente si sposta a Domagnano. Anche per me Dio ha desiderato un luogo di inizio: un luogo concreto in cui
ha scelto di incontrarmi, amarmi e tenermi per mano fin da bambino. Lui si è preso cura di me come ha fatto
con Abramo.
Nel grande “silenzio” dei monasteri di tradizione siriaca, mi torna in mente la frase di Gesù: “Dio ha tanto
amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito”. Lo ri-scopri se fai silenzio. Io ho risentito queste parole in me,
pronunciate con grande delicatezza dal Signore. Dio mi ha amato tanto! Ha amato proprio me!
Ritorno a casa con due certezze: Dio mi ama, quindi la mia vita ha senso. Dio mi ha salvato, quindi non posso
che gioire ed esultare. Dimenticavo. Se questo è vero allora c’è una conseguenza: il luogo in cui tu sei vissuto,
caro lettore, è un luogo abitato, attraversato e amato da Dio.