LE DOMANDE DELLA FEDE

(Le riflessioni proposte prendono spunto dal ritiro che l’Arcivescovo- Prelato di Loreto, Mons. Fabio Dal Cin, ha predicato lo scorso 11 dicembre 2021 ai seminaristi del Pontificio Seminario Regionale di Bologna).

CHI GUIDA LA MIA VITA?

Il cielo è minaccioso. Fulmini e tuoni preannunciano il temporale che di qui a poco si scatenerà. Tutto si chiude: il grigio delle nubi viene assorbito dal nero.

In aeroporto la tensione è alle stelle. L’aereo che tra un’ora parte, dovrà affrontare la tempesta, il buio, la pioggia, l’oscurità. L’inquietudine, l’angoscia, la distanza.

L’hostess chiude le porte con un gesto perentorio della mano, quasi a dire: «Qui non entra più nessuno». Il tempo, fuori, peggiora decisamente e l’obiettivo è quello di salvaguardare la salute dei passeggeri.

Fino a che, all’improvviso, un uomo bussa alla porta dell’aereo. Desidera entrare, è evidente. Ma non invade tempi e spazi. Dall’interno la decisione è unanime: chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori. Non entra più nessuno. Ma una donna, che fino a quel momento era rimasta silenziosa, incomincia a suggerire con forza e gentilezza allo stesso tempo: «Fatelo entrare, vi prego!»

E dentro l’aereo la decisione cambia.

Chi era quell’uomo che bussava? Era il pilota dell’aereo, un pilota esperto e amabile. Porterà i viaggiatori a destinazione attraversando buio, oscurità e nubi. Il pilota si chiama Gesù. La donna che lo ha atteso desiderando la sua Presenza si chiama Maria.

E io, chi ho scelto come pilota della mia vita?

NON PUÒ FINIRE QUI!

Tante volte nella nostra vita abbiamo ascoltato racconti e testimonianze molto forti di persone che hanno rischiato la morte, ma poi miracolosamente, sono rimasti vivi. Incidenti, furti, calamità naturali, disastri ambientali, malattie.

«Potevo morire, ma ora sono vivo». Quante volte abbiamo sentito questo ritornello nelle nostre orecchie.

Ecco che allora sorge spontanea una domanda: «Quelli che effettivamente sono morti, Dio non li ha aiutati?»

Viviamo in una cultura che ha messo tra parentesi il post mortem: tutto sembra racchiudersi nell’esistenza terrena. Anche quando non si nega l’eternità, l’apertura verso di essa si rivela timida e riduttiva.

A me basta credere in un Dio che mi garantisce vivo e salvo solo nei pochi giorni o anni che trascorrerò su questa terra? No. Assolutamente no. Sarebbe troppo poco.

La realtà della nostra vita va letta piuttosto dall’alto, a partire da Dio: non esiste sguardo migliore del suo. È necessario cancellare le logiche terrene per vivere secondo quelle divine.

Se vivrai così, presto scoprirai che tu, in questa vita, stai vivendo già oggi l’eternità. In tutto ciò che fai e farai.

Ho mai fatto esperienza dell’eternità?

Il Vescovo di Loreto con alcuni seminaristi del Pontificio Seminario Regionale di Bologna.

HO NOSTALGIA DI TE!

«Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare la legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare lontano e sconfinato». (Saint-Exupéry)

“Nostalgia” che bella parola! Contiene in sé il sapore, l’odore e il gusto di casa, di quel luogo in cui tutto, davvero, è incominciato.

Quanta nostalgia per le prime amicizie, i primi amori, le prime sensazioni di infinito!

Nostalgia: dolore forte e gioia immensa. Come possono, dolore e gioia, stare insieme? Come possono non distruggersi a vicenda?

Quanti ricordi del primo incontro con Dio! C’è chi, ancora oggi, magari a distanza di anni, saprebbe indicare giorno e ora, colori e sensazioni di quel momento. Ma soprattutto molti ricordano che da quell’incontro è cambiato qualcosa: tutto!

Può, chi mi incontra, sperimentare la nostalgia di Dio?