«Finché la Chiesa è piena di persone che danno la vita per Gesù, la Chiesa può dirsi qualcosa di stupendo»
Ad inizio di questa settimana la nostra comunità ha potuto beneficiare di una felice visita, seppur breve: Padre Dino Tessari (che ancora ringraziamo), dell’Ordine degli Oblati di Maria Immacolata, che per tanti anni ha speso la sua vita nella missione in diversi paesi del mondo; soprattutto in Indonesia.
L’entusiasmo e l’incisività delle sue parole hanno rivelato un amore che non mente. Ha sfogliato la sua vita davanti a noi per comunicarci che quel che dice lo crede veramente, perhcé lo vive.
Ecco alcune delle sue parole:
«Occorrono ministri santi che facciano di tutto per il bene della Chiesa. Amare la Chiesa è amare Gesù e amare Gesù è amare la Chiesa. Anche noi siamo chiamati ad amare questa Chiesa, piena di difetti ma piena di gloria. Finché la Chiesa è piena di persone che danno la vita per Gesù la Chiesa può dirsi qualcosa di stupendo!
S. Teresina considerava come Paolo ponesse l’amore al primo posto. Questo le fa capire il suo posto nella Chiesa: “io sarò l’amore”. Col suo amore e sofferenza vuole essere una goccia di sangue che arrivi fino alle periferie della Chiesa, ma aggiunge con tristezza, che se non rimanesse buona ella diventerebbe un macigno tale da impedire l’amore di Dio nel mondo. Voi quindi non siate mai quel macigno!
S. Madre Teresa di Calcutta ha trovato la sua forza in quelle parole tremende e meravigliose di Gesù: “ho sete”. Oggi è l’umanità che ha sete. Sentitevi capaci di guardare il mondo, tutti gli uomini, con lo sguardo d’amore di Gesù, con lo stesso che ha avuto verso il buon ladrone. Beati noi se ci sentiamo sacerdoti di Cristo come sacerdoti per gli uomini.
Seminaristi, non dite mai “io, io” altrimenti non sarete mai capaci di dire veramente “questo è il mio corpo”.
Ai piedi della Croce c’era Maria; a lei Gesù ha affidato il sacerdote Giovanni. Beati noi se saremmo capaci di dire a Maria: “sono tutto tuo, fa di me quello che vuole il tuo Gesù”».
Poi P. Dino ci ha lasciato il suo programma missionario in 4 parole:
- Dialogo: «ogni persona viene da Dio e per questo bisogna entrare in dialogo con tutti cercando di cogliere la bellezza di ciascuno. Devo trovare qualcosa di bello negli altri per potervi dialogare. Cercate di vedere in ogni persona l’impronta che il Dio creatore gli ha dato!»
- Compassione. «Il secondo passo della missione è la compassione a cui segue la commozione che è la perfezione dell’amore: ti amo così tanto che faccio mie le tue ansie e angosce. Non si può fare qualcosa di buono per la Chiesa senza la compassione che deve unirci a tutti.
Quando ero in Indonesia mi chiesero di andare in un’isola a due giorni di barca dove c’era un uomo che voleva vedermi. Una volta arrivato aprii la porta mentre vedevo i miei accompagnatori allontanarsi. Trovai un ragazzo con la lebbra in stato avanzato e con tanta sporcizia (gli davano infatti il cibo lanciandoglielo nella camera). Presi subito dell’acqua e iniziai a lavarlo ricordandomi che tutto quello che stavo per fargli era come se lo stessi facendo per Cristo… mi misi a piangere. Dopo vari mesi di medicine la lebbra si bloccò. Un giorno mi disse: “Voglio essere come te, voglio conoscere quel Dio che ti dà la forza e che dici di amare”.
Amare è dura ma non c’è amore senza sacrificio»
- Annuncio: «il terzo passo è l’annuncio. Dopo che il cuore è reso disponibile la gente semplice sa accogliere Gesù, sa capire che chi parla di Gesù lo fa perché lo ama. Non parlate di Gesù se nel vostro cuore non c’è amore. Se il nostro cuore non è pieno di amore per gli altri non abbiamo il diritto di parlare di Gesù! Per parlare di Gesù dovete essere già capaci di annunciarvelo tra voi. Se tu – seminarista – non hai buone relazioni con chi vive con te, lascia il seminario perché le buone relazioni sono alla base dell’amore. Nella missione abituatevi ad amare Gesù attraverso una fraternità molto forte. Bisogna parlarsi col cuore, parlare di Gesù. Un domani infatti non sarete solo parroci ma unità pastorali le quali rimangono una farsa se non sono al contempo fraternità sacerdotali. Esse devono essere l’immagine che i laici devono avere sul loro cammino».
- Costruire. «costruire comunità che attraggono… vive!»
«Amate la Chiesa. Mai come oggi forse si parla male della Chiesa. Certamente ci sono cose che non vanno ma dovete essere talmente forti che proprio sentendo il male dovere avere il desiderio di renderla più genuina. Non parlate male dei preti tra di voi. Beati voi se riuscite a vedere la santità che ancora circola.
Ce ne sono di santi!
Amate la Chiesa… dai!»