ECOLOGIA INTEGRALE DOPO IL CORONA VIRUS

Il giorno 01 Ottobre si è tenuta a Faenza la conferenza sul tema “ecologia integrale dopo corona virus”, in cui sono intervenuti il professor Zamagni, il dottor Galletti e il vescovo Toso.

Tra i vari interventi sono risuonate spesso la parola “sostenibilità”, “sviluppo”, “umanesimo integrale”. È stato disegnato un modello produttivo capace di coniugare quel divario tra profitto economico e sviluppo della persona umana che sembra rimanere costante nel mondo del lavoro perché il secondo termine sembra spesso un disturbatore ed un ostacolo al secondo. Il modello indicato dal vescovo Toso nella sua opera “Ecologia integrale dopo il Corona virus” vuole dimostrare che un paradigma del lavoro qualificato come “espressivo” (lavoro come sviluppo della propria identità) ed “acquisitivo” (lavoro come recupero di risorse per soddisfare le esigenze) risulta possibile. Per gli autori, esso potrebbe garantire un profitto migliore in termini di sostenibilità ecologica, economica, sociale ed antropologica.

Questa sfida fa riflettere su quanto anche i datori di lavoro e i dipendenti possono rispondere alla loro vocazione cristiana promuovendo questo regime lavorativo in grado di rendere l’uomo creativo, capace di vivere il lavoro e non subirlo, di esserne protagonista anziché spettatore e di esser cooperatore di quel disegno che Dio ha per il mondo perché, come in ogni attività, anche il lavoro può essere vissuto in modo evangelico. 

Il pensiero della fattibilità di un progetto simile sembra remota perché chiama in causa una conversione di fondo inerente al fine del lavoro e all’immagine di uomo che ci stiamo dando oggi ed anche perché non basta l’opera di pochi illuminati ma è necessario l’avvio di un processo che deve coinvolgere tutta la catena produttiva.

In un mondo in cui gli opposti non presentano reciprocità ed in cui l’interesse della parte prevale sul tutto, quei principi di papa Francesco esposti in Evangelii Gaudium (la realtà è più importante dell’idea, l’unità prevale sul conflitto, il tempo è superiore allo spazio, il tutto superiore alla parte) acquisiscono vitalità e centralità anche in un contesto esistenziale come quello lavorativo che sembra impermeabile al vangelo, quasi fosse uno strato non accessibile. Ma forse la sfida è proprio quella di dissodare il terreno seminando buone prassi e anche piccoli gesti di attenzione alla vita del dipendente e tra colleghi; dentro ad uno scenario in cui la legge economica e la legge evangelica possono incontrarsi purché si guardi all’uomo non come mezzo ma come fine.