Ravviva il dono di Dio che è in te


Ho partecipato al Convegno internazionale sulla formazione del Clero promosso e organizzato dal Dicastero per il Clero (in questo link il programma).
Tale convegno ha visto la partecipazione di quasi mille persone tra vescovi, presbiteri, formatori e formatrici da tutti i paesi del mondo, con una grande presenza del sud America e di altri paesi dell’Asia (in particolare le Filippine).
Desidero raccogliere una sintesi di quanto ho ricevuto e qualche spunto che può essere utile per la riflessione successiva.

L’identità del presbitero
Come si sa è un tema che ha molto appassionato il dibattito post-conciliare a fronte di quanto affermato da LG sul rapporto tra sacerdozio comune e sacerdozio ministeriale (Dianich). Oggi il tema ritorna all’attenzione non per motivi di carattere teologico, ma più socio-culturale (Portella). Il contesto in cui il presbitero è chiamato a svolgere il suo ministero è profondamente cambiato, soprattutto in quello che un tempo poteva essere considerato un contesto cristiano per antica tradizione. L’individualismo diffuso e la frammentazione del contesto rendono oggi molto più difficili al presbitero trovare un equilibrio tra l’ideale a cui ha aderito e la realtà in cui si trova a vivere e servire.
Ovviamente questa situazione (accentuata dalla pandemia di Covid 19) provoca in molti preti di ogni età uno smarrimento che non sempre si risolve in modo positivo. Tendenza all’irrigidimento per rafforzare il senso di appartenenza a una realtà “stabile” (tentazione tradizionalista); rifugio nell’attivismo e nei compiti amministrativi richiesti al presbitero che presentano l’ambivalenza di realtà soverchiante e di alibi (zona comfort) che esonera dall’impegno pastorale e missionario che risulta molto più indefinito e difficile.

Le relazioni del presbitero
In un contesto in cui l’individualismo risulta atteggiamento pervasivo (anche nella Chiesa), riscopriamo le relazioni e la fraternità come dimensione necessaria non solo teologicamente, ma anche esistenzialmente per poter dire il Vangelo oggi (Fratelli tutti). La dimensione relazionale ancora di più in questo contesto diviene decisiva per vivere il ministero in modo proficuo.

relazioni con il Vescovo: è una dimensione che va curata molto in ambedue i sensi; da diverse testimonianze è apparso evidente come la relazione con il vescovo, quando è significativa, diviene la condizione essenziale per poter vivere il ministero anche nei contesti più difficili; più testimonianze hanno riportato che questo è uno dei servizi più importanti nel ministero dei vescovi.

relazioni con il presbiterio: occorre ammettere che tali relazioni non sono sempre significative; che nel presbiterio non c’è sempre un clima di accoglienza incondizionata, di interessamento fraterno del vissuto degli altri, di presa in carico collegiale di chi vive qualche momento di difficoltà. Le relazioni nel presbiterio chiedono di essere risanate ed evangelizzate per diventare la vera “famiglia” del presbitero.

relazioni con gli altri battezzati: la prospettiva sinodale chiede di diventare la postura ordinaria del nostro vivere in comunità; forse occorre ripensare il significato di presidenza della comunità in senso maggiormente collegiale e sinodale (e meno monarchico). Occorre valorizzare la responsabilità della comunità cristiana nell’accompagnamento del presbitero nel suo cammino di formazione permanente senza moralismi o paternalismi. La comunità cristiana spesso risulta una realtà che pretende idealisticamente la perfezione del presbitero senza considerare che anche lui è un discepolo di Gesù in cammino di conversione permanente.

relazioni con tutti: la testimonianza dell’accoglienza incondizionata diviene oggi la modalità più importante per vivere il ministero del Vangelo.

La formazione permanente
Durante il convegno sono state portate esperienze molto diverse tra loro elaborate dalle chiese particolari e nazionali per rispondere alle esigenze della formazione permanente del clero. Ci sono alcuni elementi comuni che emergono (sono cose risapute, ma è utile richiamarle):

– la formazione permanente si declina come accompagnamento continuo del presbitero in tutta la sua vita ministeriale e si differenzia dal concetto di aggiornamento;
– l’accompagnamento continuo ha un’attenzione integrale su tutte le dimensioni formative (umana, spirituale, intellettuale e pastorale) ed è capace di declinarsi in percorsi individualizzati che corrispondono alle esigenze del singolo;
– l’accompagnamento deve assumere la realtà esistenziale del presbitero senza accontentarsi di riaffermare l’ideale rischiando di richiamarlo in modo moralistico;
– ci sono delle fasi della vita ministeriale a cui occorre rivolgere un’attenzione particolare: primi anni di esperienza ministeriale; i passaggi negli incarichi ministeriali; il congedo dal servizio ministeriale per i raggiunti limiti di età. Ci sono poi le vicende personali che ognuno vive (i lutti famigliari, la malattia, …) e le situazioni più gravi che richiedono interventi specialistici (dipendenze, crisi spirituali o vocazionali, …).
– formatori e accompagnatori: un accompagnamento continuativo dei presbiteri richiede accompagnatori formati con competenze multi professionali che vivano questo specifico servizio nella chiesa particolare (o per un insieme di chiese particolari); non può essere improvvisato (Paderborn).
– periodi sabbatici: è una prospettiva molto presente in alcuni paesi del mondo che prevede programmi ben definiti che vengono proposti ai presbiteri e vengono curati da équipes specializzate che hanno un incarico specifico a livello ecclesiale (esperienze di Argentina, Messico, Filippine, Kenia, …).

La formazione nella vita ordinaria
Riconosciuta l’importanza di percorsi pensati e curati, occorre ricordare che è la vita ordinaria del presbitero che dovrebbe diventare il “luogo” della formazione permanente secondo la dinamica di Emmaus, riconoscendo la presenza del Signore risorto che ci accompagna e ci aiuta a comprendere ciò che viviamo alla luce del mistero pasquale.
È molto difficile farlo da soli. Occorre riconoscere che le forme di vita comunitaria (tra presbiteri e con i laici) agevolano questa lettura e questo percorso formativo.

Alcune attenzioni particolari nel processo formativo
– Sia nella formazione iniziale che in quella permanente occorre dare attenzione alla dimensione affettiva che spesso risulta assente (o semplicemente inespressa) dalla proposta formativa (Driscoll). Perché questo avvenga occorre creare ambienti comunitari (tra presbiteri e con i laici) che siano accoglienti e non giudicanti (D’Urbano).
– I momenti di incontro tra presbiteri devono essere curati in tutte le dimensioni (preghiera, comunicazione, spazio di relazione) e devono risultare collegati alla vita; non paiono utili incontri di carattere teorico (D’Urbano). “Il come è più importante del cosa” (Zollner).
– Se la dimensione comunitaria è importante, occorre pensare un modello di vita comune tra presbiteri rispettoso delle esigenze personali (spazi di autonomia) e di quelle legate al ministero pastorale; occorre anche avere strutture abitative che consentano una vita comune sostenibile. La fraternità oggettiva dei presbiteri deve tradursi in convivialità (Portella).
– Un’attenzione specifica a livello comunitario, coinvolgendo anche i presbiteri, deve essere data al tema della tutela dei minori e delle persone vulnerabili; c’è un cambiamento di mentalità richiesto perché la Chiesa sia riconosciuta come “luogo sicuro” (Zollner).
– Un tema ritornato più volte è quello della gestione dei conflitti all’interno della comunità legato alla formazione di una leadership in un contesto di corresponsabilità sinodale.
– A livello regionale o nazionale sembra importante l’individuazione di équipes di formatori che propongano percorsi di accompagnamento per i presbiteri in alcuni passaggi di vita e per brevi periodi sabbatici (2-3 mesi) (Diocesi di Sant’Antonio – Texas).
– Anche un progetto stabile di collaborazione e di scambio di presbiteri tra chiese di diverse nazioni aiuta in un percorso di formazione permanente (Diocesi di Caceres – Filippine).