Un nuovo Anno Accademico per la FTER

di Paolo Santi

E così un nuovo anno accademico, il diciannovesimo, è iniziato ufficialmente. Lo ha certificato il Card. Zuppi, Gran Cancelliere della Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna, al termine della prolusione del nuovo A.A. 2022-2023.

Un evento, quello del 30 novembre, che ha visto l’accorrere di oltre centocinquanta persone nell’Aula Magna, richiamate non solo dall’eccezionalità degli invitati, la Prof. Marta Cartabia da una parte e il Card. Marcello Semeraro dall’altra, ma attratte anche da un tema oggi sempre più al centro del dibattito politico e dell’interesse sociale: il mondo del carcere.

È entrata tante volte in carcere, sempre accompagnata da quella sensazione difficilmente raccontabile di spaesamento e dolore, la Prof. Cartabia, docente di diritto costituzionale alla Bocconi di Milano e già presidente della Corte Costituzionale nonché Ministro della Giustizia. Le visite ai carcerati, un momento prezioso e indimenticabile per conoscere storie, volti e nomi di uomini e donne che spesso – ha raccontato – usciti fuori dalle mura del carcere non conoscono prospettive di vera vita.

Cosa ci sarà dopo? Quale finestra può aprirsi dall’esperienza di detenzione? Se ne esce effettivamente trasformati? Domande poste e forse intenzionalmente lasciate tali, senza la pretesa di essere risolte e soddisfatte. Tra le righe Cartabia si rifà alla lezione di Piero Calamandrei, membro dell’Assemblea Costituente della Repubblica Italiana. Il giurista e avvocato fiorentino, in una seduta pomeridiana (Camera dei Deputati, 27 ottobre 1948) denunciando la situazione drammatiche delle carceri e citando la vicenda dell’amico Pasquale Saraceno, ucciso da un cecchino fascista, disse: «Bisogna vedere, bisogna starci, per rendersene conto. Vedere! Questo è il punto essenziale».

«Ero in carcere e siete venuti a trovarmi» (Mt 25, 36): Cartabia cita per ben due volte questa frase evangelica e nel farlo il tono di voce si incrina. Racconta di come abbia davvero compreso la portata di queste parole solo una volta entrata, in prima persona, dentro questa realtà così complessa quanto stimolante.

L’emergenza-detenzione continua, anche oggi, ed assume un nucleo esistenziale: nel 2022 oltre settanta i suicidi, in un caso ad appena due giorni dalla fine della pena.

Poi è il momento del Card. Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero per le cause dei santi: il Vescovo emerito di Albano si sofferma invece sulle parole di Papa Francesco che più volte si è recato in queste realtà e che proprio lo scorso 14 aprile, in occasione del Giovedì Santo, ha celebrato la Messa in Coena Domini nel carcere di Civitavecchia lavando i piedi a dodici detenuti.

Semeraro ha citato in particolare le parole del Santo Padre riguardo al tema della cosiddetta “giustizia riparativa”, che non si accontenta di ristabilire un equilibrio o di conferire al reo la pena, ma cerca di ritessere le ferite e di ristabilire la relazione umana. Tale metodo, spiega Francesco, è l’unico e vero antidoto alla vendetta e all’oblio.

Da questi spunti di riflessione e dai “vissuti condivisi”, la Facoltà Teologica riparte con slancio e determinazione, in vista di un nuovo anno accademico ricco di formazione, sorprese e stimoli.

Paolo Santi